Io voglio un bambino. È la prima volta che lo dico ad alta voce.
L’ho sempre sussurrato, lasciando ai miei sguardi per i figli delle amiche tutto questo desiderio che non avevo coraggio di manifestare.
Oscillavo in un limbo nero fatto di Non sono pronta, Ci penso tra un po’ e un sogno che non riuscivo a spiegare a me stessa. Un po’ orologio biologico e un po’ voglia spasmodica che usciva dalle viscere.
Ma non era mai il momento giusto.
Poi sono arrivati Francesco e un lavoro, quasi insieme, quasi come se i pezzi si stessero incastrando perbene. Il destino ne sa più di noi, diceva qualcuno. Stai calma, mi dicevo io.
C’erano sempre dei giorni in cui pensavo con angoscia alle notti insonni, Io dormo 12 ore di fila non ce la farò mai, a tutto quello a cui avrei dovuto rinunciare, ai viaggi che non avremmo più fatto, alla mia vita universitaria finita per sempre, anche se ho 30 anni e l’università l’ho finita da tempo.
Poi abbiamo iniziato a provarci sul serio l’inverno scorso.
Chi ci ha messo un po’ a rimanere incinta sa di cosa sto parlando. Test d’ovulazione, test di gravidanza, integratori, mi sono arresa a tutto, io, che prima dicevo Se arriva bene se no pazienza. Eccerto.
Mi hanno trovato un polipo all’utero che avrebbe impedito l’impianto anche agli spermatozoi di Terminator e un’altra piccola magagna.
Con dolore abbiamo dovuto fermarci e se andrà tutto bene se ne riparlerà tra un po’. Ma non c’è giorno in cui io non ci pensi.

Oggi mi è arrivata una mail. Una di quelle che ti lasciano con il magone. Lei è una giovane donna che ha deciso di abortire e ora sta soffrendo disperatamente (per la storia completa, qui il link: Lettera di Sara).
Ecco. Io a Sara e a tutte le donne che si sono trovate a dover prendere la decisione più sofferta della loro vita dico: Se avete fatto questa scelta è perché era la migliore per voi.
Ve lo sta urlando una donna che al momento un bambino lo vuole, ma non lo può avere.
È stata la scelta migliore perché non è un vostro dovere essere madri, ma è un vostro dovere essere delle BUONE madri, quando sarà il momento.
È stata la scelta migliore perché un bambino ha sì bisogno di tanto amore, ma anche di una stabilità economica e di due genitori che lo vogliano. Io se dovessi farne uno, cercherei nel limite delle mie possibilità, di offrirgli il meglio.
È stata la scelta migliore perché il corpo è vostro, l’utero pure e il figlio anche. E nessuno deve arrogarsi il diritto di dirvi cosa è bene che facciate con le vostre parti anatomiche.
È stata la scelta migliore perché ci vuole coraggio a dire IO NON VOGLIO ESSERE MADRE, in una società in cui se non fai figli sembra che tu sia un essere anafettivo ed egoista, con una vita senza il minimo scopo.
È stata la scelta migliore perché essere genitori è il lavoro più difficile del mondo e se non è il momento, se non lo sarà mai, preferisco sapere felici voi che infelici due persone, una delle quali un bambino che non ha chiesto di venire al mondo.
È stata la scelta migliore perché non esiste un ideale di felicità universale ed avere un figlio, non era di certo il vostro.
È stata la scelta migliore perché per alcune -probabilmente per voi – ci sono cose più importanti che portare in grembo un esserino e passare il resto della vita a stargli dietro. Potreste trovare più interessante affermarvi lavorativamente, uscire con le amiche, viaggiare, conoscere, farvi una posizione. Non è giusto che il mio desiderio debba essere per forza anche il vostro.

E a chi dice che abortire sia un atto di leggerezza, che non si prova nulla nello strapparsi dal corpo un pezzetto di sé, consiglio di fare due chiacchiere con chi un bambino non lo vuole ed ha interrotto la sua gravidanza volontariamente. Nessuna è felice. Nessuna si è lasciata l’episodio alle spalle come se fosse stata una brutta giornata. Nessuna non pensa costantemente come sarebbe stato essere chiamata Mamma.
Ognuna di loro conserva nel cuore un frammento di quel pianto che avrebbe potuto essere, ma non è stato. Ognuna ha fatto della propria vita quello che voleva, come è sacrosanto che sia. Ognuna ha impiegato il tempo del cambio dei pannolini, della crescita, delle prime parole, per far qualcosa che le piaceva di più. E non c’è nulla di male in questo.
Un abbraccio ragazze.
Che siate madri o meno, non smetterete mai di essere donne.

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