Premetto che non è un post femminista. L’ho scritto pensando a come ho vissuto io il concetto di DONNA. Che donna avrei voluto essere quando ero troppo giovane per identificarmi come tale.

Forse l’unico pensiero vagamente femen che concepisco, è quello de Il corpo è mio e faccio quello che mi pare.
Che più che un’adesione a questo o quell’altro schieramento, dovrebbe essere un segno di civiltà.

Il corpo è mio e se voglio mangio e ingrasso senza che tu mi faccia notare che in futuro le mie ginocchia cederanno.

Il è corpo mio e lo vesto come voglio. Di nero in estate e di fucsia in inverno se così mi va. I vostri pensieri teneteveli per voi.

Il corpo è mio e se farò un figlio lo deciderò con i miei tempi.

Il corpo è mio e se da domani indosso hot pants e voi pensate che mi stiano di merda, giratevi dall’altra parte.

Il corpo è mio e faccio sesso con chi mi pare. Con chi mi piace, e anche con chi non mi piace, se ritengo che ne abbia voglia, perché da che mondo è mondo la vagina è la mia, lo spirito pure e la morale altrettanto.
Non mi sognerei mai di dire alle vergini che il pisello è cosa sacra e che dovrebbero divertirsi di più, nello stesso modo le timorate di Dio si facciano un bagaglio di fatti loro sul modo (proprio o meno) con cui uso un rossetto rosso fuoco.
E fin qua direi che ci siamo. Che siamo umanamente tutti d’accordo.
Che nella teoria ognuno si fa i fatti suoi. Nella teoria appunto.

Perché poi, parlando con le persone, scopro come la moltitudine dei condizionamenti sul sesso vada ben oltre al Lo faccio perché mi va, o No non lo faccio perché non mi va, grazie.
Quando ci sono di mezzo morale ed etica, ognuno ha una miriade di preconcetti, di esperienze vissute o sentite, di preamboli educativi, di conseguenza risulta quasi impossibile imbastire un discorso razionale.

Mi trovo circondata da donne meravigliose che hanno paura di poter essere considerate solo una scopata.
Come se andare a letto con qualcuno, godere insieme, abbracciarsi nel buio di una stanza, corrispondesse ad una lettera scarlatta impressa a fuoco, una P di Puttana che ci impedirà di trovare una persona che possa amarci, qualcuno che fuggirà a gambe levate davanti a tale prova di promiscuità sessuale, uno che non ci voglia sposare (che Dio non voglia, sorelle!).
Siamo talmente impaurite dal non piacere, da esserci dimenticate cosa vogliamo noi.

Innanzitutto, se a un maschio non piacciamo non sono affari nostri. Possiamo raccontarci che si sia perso una persona meravigliosa, che sia di fatto un idiota, che non ci meriti e un sacco di altre frasi fatte che non contano nulla.
L’unica verità è che se uno non ci vuole Fottecazzo. 
Poi. Noi lo desideriamo davvero nella nostra vita?
Perché sento donne che hanno così paura di non essere apprezzate, Ho due lauree, sono carina, simpatica, che c’è che non va in me? (in teee?), da essersi scordate se il loro maschio preferito abbia le caratteristiche per essere un accompagnatore ideale.
Hanno così paura di dare “l’idea sbagliata”, da non prendere in considerazione il proprio volere e nemmeno il proprio valore.
E il valore di una donna, non si misura da quanti partner ha avuto, né se c’è stata la prima sera, tanto meno se il suo piatto preferito sia la pecorina o il missionario. Non acquisirà prestigio nemmeno se si farà chiamare Maria Goretti di secondo nome.

Avete voglia di fare sesso e poi ciao?
Ci sta. Ci sta eccome. Ci sta sempre.
Siate chiare con voi stesse e fate ciò che vi rende felici. Perché una notte rock’n’roll non vi svilisce come donne.
Vi svilisce semmai non rispettare la vostra natura, castrandovi i pensieri.
Vi svilisce inseguire un uomo che non vi vuole.
Vi svilisce pensarvi come se foste inanimati oggetti del piacere che un uomo può prendere e lasciare senza il vostro permesso.
Vi svilisce come donne umiliarvi. E il sudore, la pelle, i gridolini entusiasti non hanno nulla a che fare con la dignità.

Decidete voi chi sarà il prossimo fortunato. Decidete voi come impiegare la notte. Nessun altro.

Siete donne. Siamo donne. Abbiamo il diritto di andare con chi ci pare e il dovere di stare bene.
Le puttane (se proprio la nostra società ci obbliga ad usare questo termine), non sono quelle che usano il proprio corpo come più le aggrada, ma quelle che mentono, quelle che circuiscono, quelle che se ne approfittano.

Proteggetevi. Amatevi. Amate il vostro corpo. Divertitevi.
Agite seconda il carattere che avete. Secondo la vostra morale. Vostra.
L’immagine che date al mondo esterno, è uguale a quella che pensate di voi stesse.
Il resto sono paranoie. E occasioni perse per essere felici.

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