Chiedo ai miei genitori, ai parenti, agli amici dei parenti, agli scassa cazzi, ai moralisti, ai bigotti, ai repressi e a chi ha tanta voglia di rendermi la giornata difficile, di non leggere questo post.
E’ volgare e non vi piacerà.
Grazie.

Non c’è nulla da fare.
Una donna compie trent’anni non solo per notare con desolata passività l’aumentare della sua cellulite, ma per comprendere che in quest’età – in cui dovrebbe mettere su famiglia quando l’unica cosa che si desidera è prepararsi per andare a ballare -, i gusti in generale cambiano.
Il nostro corpo non ci permette più di trattarlo come la fogna di Calcutta e noi siamo in media più selettive.
Prediligiamo un’insalata invece che il Crispy McBacon, non solo per non fare la figura in spiaggia di una partecipante di Extreme Make Over Diet Edition, ma perché oggettivamente il Mc Donald’s dopo le 3 del pomeriggio non lo si digerisce più.
E anche se proviamo a fare le fighe con le tequila sale e limone sappiamo perfettamente che alla seconda, avremo una faccia da cazzo per le successive 72 ore.
Poi che ce ne sbattiamo e ne beviamo 6, è un altro discorso. La consapevolezza aumenta. E ci frega sempre.
Con gli uomini, ad esempio.
D’improvviso, i bagnini non hanno più quel sapore esotico di conquista, i camerieri sono meno affascinanti e i dj perdono completamente quell’allure che tanto ci fece bagnare in età post scolare.
Ci fanno rabbrividire alcuni approcci al Ciao Bella, stasera è la tua notte fortunata e apprezziamo più un maschio che interagisca con noi parlando di musica ed architettura.
Poi c’è un altro problema che nessuno considera, ma che si fa sempre più scomodo nel mondo delle trentenni single e fidanzate.
A 20 anni eravamo flessibili sotto ogni punto di vista. Sessuale soprattutto. Un ragazzo, se sufficientemente carino da farci perdere il senso del tempo e dello spazio, poteva effettivamente muoversi un po’ così, su e giù, a cazzo di cane, che noi comunque eravamo contente.
Non importava se non sapesse la differenza tra clitoride e punto G, perché era già tanto che la sapessimo noi, mica ci permettevamo il lusso di pensare che anche altri avessero le chiavi del nostro paradiso.
Poi, oltre alla consapevolezza che i grassi saturi non valgano come le verdure, abbiamo aumentato anche la conoscenza del nostro corpo e porca miseria, abbiamo iniziato a voler passare la notte con uno che non ci toccasse le tette come se stesse sentendo se l’Avocado è maturo.
Ecco.
Ora, chiedo nel pieno delle mie facoltà mentali, che gli uomini capiscano che ci sono delle cose che fatte ad una ninfetta di 18 anni sono accettabili, a 30 faranno di voi il protagonista di storielle degne dello scemo del villaggio.
Perché alla nostra età, una cunnilingus fatta di merda equivale ad un addio.
Vogliamo essere scopate come Dio comanda.
Sennò facciamo da sole.

1. Mani. Le mani vi servono per tante cose utilissime. Non è obbligatorio che entrino nelle nostre mutante. Fidatevi. Se da bambini prendevate un fiore e per sbaglio lo spezzavate, significava che non avevate una grande manualità. Non è cambiato nulla.

2. Posizioni. Allora. Con gli anni la concentrazione diminuisce. Se noi siamo là e vedete che tutto sommato ci sta piacendo, frasi come Girati, Spostati, Chinati, Butta le gambe indietro, Mettiti a cane, gatto,  coniglio, brontosauro, non ci aiuteranno. E dovremo ricominciare da capo. State buoni che il fisico per fare acrobazie non ce lo avete più neanche voi.

3. Lingua. Se per caso ogni volta che avete praticato del sano cunnilingus la vostra partner del momento nei primi 10 secondi vi ha staccato la testa da lì, dovreste aver appreso che non ci siete portati. Non occorre continuare ad avere conferme.
Non siete capaci. Non succede nulla. Fate altro.

4.  Il dolore. Il dolore è fichissimo in 3 situazioni:
A. Vi chiamate Christian Grey. -In caso di dubbio ve lo dico io, non siete Christian Grey.-
B. E’ da un’ora che andiamo avanti e forse, dico forse, il fatto che ci siamo addormentate non è un bellissimo segno, quindi potete pensare di dare colpetti un pelo più forti.
C. Vi chiediamo espressamente Fammi male.
Se non sussistono nessuno di questi 3 casi, vi prego. Siamo donne, non prosciutti da sventrare.

5. Porno. Lo sappiamo che YouPorn ha minato tantissimo la vostra sicurezza. Ma credo di parlare a nome di tutte, dicendo che al primo incontro sessuale, le parolacce tenetele per la vostra trombamica che vi conosce e vi apprezza. Non è carino dire cose come Chi è la mia puttana ad una che non sa ancora bene se vuole rivedervi. Il fatto che siamo nude non vi autorizza a mancarci di rispetto.

6. Discrezione. Se decidiamo di essere porche o castigate sono affari nostri e vostri.
Nostri e vostri. Non nostri, vostri e di tutti i vostri amici.
Ci facciamo immaginare volentieri a pecora da voi, non dal vostro fratellino adolescente. Checcazzo, questo è l’ABC. Dovrebbe, almeno.

7. Libero arbitrio. Se abbiamo voglia di fare una cosa la facciamo. E questo vale per la spesa al sabato, per la ceretta e per una fellatio. Stessa cosa vale per voi. Crediamo molto nei pari diritti.
Forzare, o far pesare un vostro sogno erotico che non c’avevamo cazzi di realizzare, fa di voi dei cafoni.

8. Trattateci bene. Ci piacciono tanto i complimenti. Anche nel frangente sessuale. Tenete presente però che la classe è il miglior lubrificante del mondo. Che bella che sei (con sottinteso, Stai tranquilla ho fatto finta di non accorgermi di tutte le smagliature che hai sul culo), ci piace. Tutto ciò che va oltre è un rischio.
Decidete voi, siete grandi abbastanza.

9. Orgasmo. Sappiamo che siete stati contenti. Abbiamo avuto prove tangibili e scientificamente provabili. Voi invece non lo saprete mai con sicurezza assoluta. E’ ingiusto? Sì. Ma è così. Frasi come Ti è piaciuto, post coito non vi aiuteranno a conoscere la verità. Obbligherà solo noi a dover mentire per la seconda volta in pochi secondi. Abbiate rispetto per la nostre intelligenza. E anche per la vostra.

Per il resto state sereni. Andate bene così.