“Vorrei tantissimo un figlio, MaryG”
“Perché non lo fate?”
“Non è il momento giusto”
“Cosa c’è che non va?”
“Un sacco di cose. I soldi. Il lavoro, per dirne giusto un paio. Il mio fidanzato ha una situazione abbastanza stabile, io no”
“Tra un anno andrà meglio?”
“No”
“Ecco appunto”
“Mi hanno assunta da poco. Assunta poi è un parolone. Mi hanno fatto un contratto-merda di 6 mesi, rinnovabile. Mica si fanno i figli con delle premesse così”
“…”
“Ti vedo perplessa”
“Sono molto perplessa”
“Dai dimmi”
“Abbiamo fatto l’università. Era il momento giusto per fare un figlio? Tra feste, coinquiline, soldi contati?”
“No”
“Poi ci siamo arrangiate come stagiste in diverse aziende/agenzie in cui molto spesso non ci davano un euro e facevamo fotocopie. Era il momento giusto per fare un figlio?”
“No, ovviamente”
“No infatti. Dovevamo pensare alla carriera. Io ad esempio ero anche single”
“Quindi?”
“Quindi arriviamo ai 28/30 anni circa. Troviamo qualcuno che decide che forse sappiamo fare qualcosa e ci fa firmare un indecente contratto a progetto, o determinato, o il cristoddio. Si può fare un figlio così?”
“No”
“No. Allora ci impegniamo, sudiamo, dimostriamo. Passiamo metà della nostra vita a dimostrare di non essere delle dementi e finalmente ci arriva un pezzo di carta che tecnicamente lo certifica. Sto benedetto indeterminato. Brindiamo con le amiche e ci sentiamo grandi. È il momento di fare un figlio?”
“Sì”
“E invece no. Veramente faresti un figlio appena assunta? Con le colleghe che ti guardano come a dire Ecco, aspettava solo questo per poi prendersi la maternità e non fare un cazzo.
Parti male in partenza. In più, secondo la comune etica, se ti assumono significa che stanno investendo su di te. È il momento di essere produttiva, di dare un senso ai soldi (sempre pochi) che ti danno ogni mese. Ti rifaccio la domanda. Appena inizi a fare carriera, lo faresti un figlio?”
“No”
“No appunto. Anche perché se pensiamo che assunzione significhi sicurezza, siamo folli. Magari ci svegliamo domani e siamo in mezzo a una strada. Passano gli anni. Diciamo che sei brava. Arrivi ai 40. All’apice del successo. Lo faresti tu un figlio quando finalmente hai più soldi in tasca, ma anche molte più responsabilità, quando magari sei a un passo per diventare socia dell’azienda che tanto ha puntato su di te? Sai che significa fare una pausa di 6 mesi e rientrare nel mondo del lavoro? Specie se è un lavoro competitivo pieno di squali che sognano di prendere il tuo posto? Lo faresti un figlio in un momento simile?”
“No”
“No. Ed arrivano i 50. Ora, non me ne voglia la Nannini, ma a parer mio fare il primo figlio a 50 anni è irresponsabile. Non tanto per te, che sei bella e felice, seconda giovinezza dicono, blablabla, quanto per lui che a 20 anni avrà una mamma vecchia, non esisteranno fratelli con cui condividerne il peso, fisicamente non sei una ragazzina, quindi fai più fatica, le notti insonni sono un massacro, la testa c’è ovviamente, ma non ha l’elasticità dei 30 anni. Mi segui?”
“Sì”
“Tu faresti il primo figlio a 50 anni?”
“No”
“No. Tutto ciò dando per scontato che vivi in una casa che non sia un monolocale, che tu abbia un compagno che desideri vivere questo sogno con te e che il tuo apparato riproduttivo risponda entusiasta”
“Quindi nessuno farà più figli e ci estingueremo”
“No. Semplicemente non esiste un momento nella vita di una donna che sia perfetto per diventare madre”
“E quindi?”
“E quindi fallo. Ci sono scelte che impongono coraggio. E questa è la più coraggiosa di tutte. Poi se iniziamo a guardare il mondo esterno è un disastro. Tra riscaldamento globale, i Maya che gufano, la sovrappopolazione, la mancanza di risorse primarie, l’Isis, sarebbe meglio non farlo mai”
“Mi hai convinto. Non lo faccio”
“Fallo invece. Io te lo tengo il martedì sera”
“E tu?”
“Io ho due cani”
“Ma, mi hai appena detto…”
“Se lo fai tu, lo faccio anch’io”
“Non scrivere anche questa conversazione nel tuo blog”
“Occhei”.
“un uomo in attesa che l’oceano diventi calmo così da poterci fare il bagno”. Mi sembra che quella di Gunaratana, applicata alla meditazione peraltro, sia una metafora adatta al concetto. Passiamo una vita ad aspettare “il momento giusto”. Ci mettiamo in una prigione e passiamo la vita in attesa di sentenza di scarcerazione. Che potremmo emettere noi stessi. HiddenHipster
Hai assolutamente ragione! Un bacio
“un uomo in attesa che l’oceano diventi calmo così da poterci fare il bagno”. Mi sembra che quella di Gunaratana, applicata alla meditazione peraltro, sia una metafora adatta al concetto. Passiamo una vita ad aspettare “il momento giusto”. Ci mettiamo in una prigione e passiamo la vita in attesa di sentenza di scarcerazione. Che potremmo emettere noi stessi. HiddenHipster
Hai assolutamente ragione! Un bacio
Non sarà mai il momento giusto… E ci vuole sempre un pizzico di follia per buttarsi in un’avventura così…
… Esattamente come vivere: lo fai e basta… E accogli la tua storia…
( sei sempre meravigliosa)
Assolutamente. Un po’ di incoscienza, perché è meglio non sapere cosa ci aspetta (notti in bianco, zero vita sociale, ecc). Però credo che sia l’avventura più bella.
Un bacio Tati
incoscienza anche nell’affrontare tutto il dopo …. se si pensa troppo si rischia solo di avere un botto di paura e restare paralizzate… come dire… restare ovviamente con i piedi per terra ma avere sempre il naso all’insù a guardare le nuvole con un po’ di leggerezza…
buona giornata 🙂
Non sarà mai il momento giusto… E ci vuole sempre un pizzico di follia per buttarsi in un’avventura così…
… Esattamente come vivere: lo fai e basta… E accogli la tua storia…
( sei sempre meravigliosa)
Assolutamente. Un po’ di incoscienza, perché è meglio non sapere cosa ci aspetta (notti in bianco, zero vita sociale, ecc). Però credo che sia l’avventura più bella.
Un bacio Tati
incoscienza anche nell’affrontare tutto il dopo …. se si pensa troppo si rischia solo di avere un botto di paura e restare paralizzate… come dire… restare ovviamente con i piedi per terra ma avere sempre il naso all’insù a guardare le nuvole con un po’ di leggerezza…
buona giornata 🙂
Per tutto il resto, no, ma per i figli è meglio aspettare 🙂
Aspettare per aspettare secondo me ha poco senso.
Nel momento in cui lo si può mantenere e la coppia si vuole bene, se lo si desidera, si può fare. Deve essere però un volere di entrambi.
Sempre secondo me. 😉
Per tutto il resto, no, ma per i figli è meglio aspettare 🙂
Aspettare per aspettare secondo me ha poco senso.
Nel momento in cui lo si può mantenere e la coppia si vuole bene, se lo si desidera, si può fare. Deve essere però un volere di entrambi.
Sempre secondo me. 😉
29 anni e 4figli, 9/4/2 anni e 3 mesi!
Ho fatto tutto! Ma proprio tutto! Mi avvalgo solo dell’aiuto di un’unica grande nonna quando non posso sdoppiarmi! Per il resto ho addomesticato la mia metà che nemmeno l’FBI addestra così..e super
mega incastri di impegni purché tutti possano fare tutto!
Ps non sono wonder woman!!
Si può far tutto. Certo.
Ciao Franci
la vocina nella mia testa dice”Vale come lo campate un figlio adesso? e i viaggi? e le cene con gli amici? e le uscite senza orari di ritorno?”…Si! non è mai il momento giusto,non lo sarà mai!… ma io un mini me o una mini me,che tra qualche anno mi chiederà “mamma ma chi è il cantante che ascolti sempre? oppure mamma ma quanti baci dai a papà?” lo voglio!!! Mi sono ripromessa di fare tutto ciò che mi rende felice e di non avere nessun rimpianto(che tanto il mondo è quello che è!). Mi si può giudicare,ma la vita senza qualcuno che ti guarda con amore puro e incondizionato che senso ha? Baci MaryG. :*
Ti capisco Vale. Noi siamo una coppia che viaggia tantissimo e sarà dura rinunciarci. Però penso che alla fine la vita subisca uno scossone per un po’, poi ci si adatta.
Credo che un bambino valga qualche viaggio in meno, quasi zero feste (non ne abbiamo già fatte tantissime?) e un casino di notti insonni.
Credo.
<3
La convinzione tutta italiana che con un figlio non si possa più viaggiare.. Ho conosciuto una coppia spagnola con un bimbo di 3 anni in Cambogia. Per gli italiani avere un figlio vuol dire villaggio turistico o viserbella a vita. A fine luglio nascerà la mia bimba, spero di fare un viaggetto già per natale.
Non esiste un pensiero giusto e uno sbagliato su questo argomento. Ci sono scuole di pensiero diverse. Come coloro che dicono di lasciar strillare il bambino ed altri che sono per il metodo “dolce”.
Personalmente ci sono diversi fattori da considerare, cominciando con il capire che tipo di figli si abbiano. Non tutti i bambini hanno lo stesso carattere e non tutti si abituano facilmente ai cambiamenti (fuso orario, cibi dati in orari diversi rispetto alla routine, sbalzi climatici, rumori ecc..). Quindi dire “gli italiani vanno nei villaggi”, lo trovo quanto mai riduttivo.
Da piccola ho viaggiato con i miei e rimpiango che non abbiano aspettato qualche anno per farmelo godere, sto benedetto viaggio, invece che scarrozzarmi senza che potessi capire un accidente. Avrei barattato volentieri un Valtur con animazione bimbi, per una vacanza da diciottenne. Senza genitori, of course 😉
un bambino vale tutto! e cmq dopo il periodo critico, io i viaggi li programmerei con lui dietro! <3
la vocina nella mia testa dice”Vale come lo campate un figlio adesso? e i viaggi? e le cene con gli amici? e le uscite senza orari di ritorno?”…Si! non è mai il momento giusto,non lo sarà mai!… ma io un mini me o una mini me,che tra qualche anno mi chiederà “mamma ma chi è il cantante che ascolti sempre? oppure mamma ma quanti baci dai a papà?” lo voglio!!! Mi sono ripromessa di fare tutto ciò che mi rende felice e di non avere nessun rimpianto(che tanto il mondo è quello che è!). Mi si può giudicare,ma la vita senza qualcuno che ti guarda con amore puro e incondizionato che senso ha? Baci MaryG. :*
Ti capisco Vale. Noi siamo una coppia che viaggia tantissimo e sarà dura rinunciarci. Però penso che alla fine la vita subisca uno scossone per un po’, poi ci si adatta.
Credo che un bambino valga qualche viaggio in meno, quasi zero feste (non ne abbiamo già fatte tantissime?) e un casino di notti insonni.
Credo.
<3
La convinzione tutta italiana che con un figlio non si possa più viaggiare.. Ho conosciuto una coppia spagnola con un bimbo di 3 anni in Cambogia. Per gli italiani avere un figlio vuol dire villaggio turistico o viserbella a vita. A fine luglio nascerà la mia bimba, spero di fare un viaggetto già per natale.
Non esiste un pensiero giusto e uno sbagliato su questo argomento. Ci sono scuole di pensiero diverse. Come coloro che dicono di lasciar strillare il bambino ed altri che sono per il metodo “dolce”.
Personalmente ci sono diversi fattori da considerare, cominciando con il capire che tipo di figli si abbiano. Non tutti i bambini hanno lo stesso carattere e non tutti si abituano facilmente ai cambiamenti (fuso orario, cibi dati in orari diversi rispetto alla routine, sbalzi climatici, rumori ecc..). Quindi dire “gli italiani vanno nei villaggi”, lo trovo quanto mai riduttivo.
Da piccola ho viaggiato con i miei e rimpiango che non abbiano aspettato qualche anno per farmelo godere, sto benedetto viaggio, invece che scarrozzarmi senza che potessi capire un accidente. Avrei barattato volentieri un Valtur con animazione bimbi, per una vacanza da diciottenne. Senza genitori, of course 😉
un bambino vale tutto! e cmq dopo il periodo critico, io i viaggi li programmerei con lui dietro! <3
Bellissimo questo post che condivido in pieno.
Da uomo dico che il problema non è come mantenere i figli, ma le rinunce che non vogliono fare i genitori!
La realtà è che nessuno ha più voglia di fare sacrifici; cosa dovevano pensare quei genitori che decisero di fare figli nel periodo della guerra, quando veramente non c’era Niente, forse neanche la speranza.
Io credo, Truciolo, che vada bene la speranza, ma anche l’intelligenza sia utile.
Un bambino deve mangiare, vestirsi e se sei un genitore figo, pensi anche a come farlo studiare perbene, magari viaggiare, dargli una possibilità in più, per non farlo essere in futuro, l’ennesimo disperato che non ha lavoro e che magari non parla un’acca di un’altra lingua. Questa è una responsabilità primaria, a parer mio. Ci sono quelli che fanno 6 figli e poi non sanno come sfamarli.
Ci sono coppie ben disposte all’arrivo di un nanetto, ma la società rende il progetto difficile. Quindi sì, condivido che a volte blocchi la pigrizia, ma molto spesso blocca il mutuo, genitori anziani che non possono aiutarti, 400 euro di retta del nido, lavori precari, le tasse ecceterissima.
Un abbraccio
Ciao! secondo me essere genitori “fighi” non è il pensare a fare viaggiare, fare la scuola madrelingua etc etc per renderlo stereotipato a tutti…è dare tanto amore, una vita semplice dove si conquistano le cose con sacrificio, magari con lavoretti, magari non avendo tutto ma avendo i valori . Il resto sono chiacchere e ennesime scuse..i viaggi , le vacanze …i miei non hanno mai fatto niente di tutto questo e io son cresciuto benissimo e senza tante lacune emozionali e di esperienze dei miei coetanei.
Sono d’accordo, ma una cosa non esclude l’altra.
Io vorrei il meglio per lui. E se farlo studiare all’estero (per dire ma ci sono mille esempi), gli può dare una chance in più per trovare lavoro e non essere un disperato insieme ad altri mille disperati, sì insomma, dargli una possibilità in più per essere felice, ben venga. Questo non significa viziare, semplicemente dargli delle possibilità che possono salvargli la vita.
E conoscere il mondo, imparare da culture diverse, sapere più lingue, può essere un buon inizio. Poi certo. I valori sono molti, molti di più. Con i valori PURTROPPO non trovi lavoro. Con una buona scuola, un buon master e un abbuona conoscenza di lingue straniere forse (forse) sì.
E questa è una responsabilità dei genitori.
Insieme a dargli amore, stabilità, valori forti, fargli fare dei lavoretti per insegnargli il valore dei soldi e tanto altro. Ma quando si progetta un nano 🙂 non si può non mettere in conto anche una parte ahimè meno poetica, ma molto molto pratica.
Ciao!
I figli devono anche vivere la vita di oggi, devono andare a scuola e stare coi loro coetanei, devono avere la possibilità di crescere e sapersi muovere nella società moderna. Non puoi fare questo paragone dai… Mio suocero è nato nel periodo tra le due guerre e a 9 anni è dovuto andare a lavorare per aiutare mantenere le sorelle più piccole, ha finito la quinta elementare solo perchè abitavano in città e ci andavano tutti. Mia nonna è nata pochi anni prima di lui ed essendo la prima figlia ha smesso di andare a scuola a 9 anni, per lo stato è analfabeta, ha cresciuto da sola 7 bambini prima ancora di diventare maggiorenne mentre i genitori lavoravano i campi. Vogliamo davvero fare i paragoni con quell’epoca? Oggi se una coppia non arriva a fine mese in 2 già facendo sacrifici, come può pensare di fare un figlio che comunque dovrà mantenere? Il primo anno un bebè costa per forza! Anche se ti regalano tutto se poi devi dargli il latte artificiale che fai? E i pannolini? Gli metti le pezze di stoffa come 50 anni fa? Poi sono d’accordo con te, qualche coppia sicuramente sceglie di rimandare per godersi ancora un po’ la vita, ma finchè la scelta è loro… prima di mettere al mondo bimbi che poi parcheggiano ogni volta che possono per andare a divertirsi… meglio non farne o farli quando si è davvero pronti!
Sono completamente, inesorabilmente, d’accordo con te, Camilla.
Grazie per le tue parole
Durante la guerra la speranza c’era è ora che manca ( cito un anziano.partigiano toscano che di guerra se ne intendeva)
Ciao! secondo me essere genitori “fighi” non è il pensare a fare viaggiare, fare la scuola madrelingua etc etc per renderlo stereotipato a tutti…è dare tanto amore, una vita semplice dove si conquistano le cose con sacrificio, magari con lavoretti, magari non avendo tutto ma avendo i valori . Il resto sono chiacchere e ennesime scuse..i viaggi , le vacanze …i miei non hanno mai fatto niente di tutto questo e io son cresciuto benissimo e senza tante lacune emozionali e di esperienze dei miei coetanei.
Sono d’accordo, ma una cosa non esclude l’altra.
Io vorrei il meglio per lui. E se farlo studiare all’estero (per dire ma ci sono mille esempi), gli può dare una chance in più per trovare lavoro e non essere un disperato insieme ad altri mille disperati, sì insomma, dargli una possibilità in più per essere felice, ben venga. Questo non significa viziare, semplicemente dargli delle possibilità che possono salvargli la vita.
E conoscere il mondo, imparare da culture diverse, sapere più lingue, può essere un buon inizio. Poi certo. I valori sono molti, molti di più. Con i valori PURTROPPO non trovi lavoro. Con una buona scuola, un buon master e un abbuona conoscenza di lingue straniere forse (forse) sì.
E questa è una responsabilità dei genitori.
Insieme a dargli amore, stabilità, valori forti, fargli fare dei lavoretti per insegnargli il valore dei soldi e tanto altro. Ma quando si progetta un nano 🙂 non si può non mettere in conto anche una parte ahimè meno poetica, ma molto molto pratica.
Ciao!
E per quelle che decidono che ai 40 – 45 o 50 è arrivato il momento del primo figlio…ci sará una giuliacalli a rispondere al telefono per dare tutte le info mentre in realtá vorrebbe solo mordersi la lingua.
Condivido moltissimo questo tuo post comunque, e ho una fifa blu di essere cosí coraggiosa.
E per quelle che decidono che ai 40 – 45 o 50 è arrivato il momento del primo figlio…ci sará una giuliacalli a rispondere al telefono per dare tutte le info mentre in realtá vorrebbe solo mordersi la lingua.
Condivido moltissimo questo tuo post comunque, e ho una fifa blu di essere cosí coraggiosa.
Che il momento giusto non arriverà mai è un dato di fatto. Noi ci siamo buttati, certo ci vuole una bella dose di incoscienza, ma se ne avete voglia entrambi e vi sentite pronti indipendentemente dal resto fatelo! Con la casa che ancora non c’era, la mia carriera in una fase di stallo e via… Tornassi indietro se potessi anticiperei, invece che uno a 31 e l’altro a 34 cercherei di averli prima per poterci infilare un terzo che invece per motivi organizzativi e di età ora non ci sarà più. Certo è un casino, con due lavori full time distanti da casa, il trasloco nella casa nuova con un neonato in braccio, i suoceri-nonni che ci danno una mano nel recupero post materna e nido quasi 80enni e grazie al cielo che ancora ci sono e stanno bene. I miei che vivono distanti e hanno problemi di salute quindi al week end a volte bisogna pure farsi le vasche e correre a dare una mano. La vita sociale certo che cambia, ora ha più impegni la nana 4enne di me! Ma prima dei 30 ho viaggiato tanto, sono andata a mille feste, mi sono divertita con gli amici prima e col marito poi, ora siamo nella fase bimbi piccoli e comunque ci divertiamo. In modo diverso ma ci divertiamo. Pic nic al parco, grigliate in giardino, colazioni al pub a 2 minuti da casa, biciclettate, pranzi per lo cambio regali al giro pizza con saletta gioco bimbi (mentre prima con amici e colleghi si facevano mille cene di natale in locali strafighi), vacanze al mare o in montagna che sembra di partire per 6 mesi da quanto è carica la macchina e invece sono solo 6 giorni… E penso che è inutile spendere tanto ora per viaggiare che loro non si ricorderanno niente, ora le vacanze per loro sono belle anche a 200km da casa solo perchè c’è il mare e una vita diversa da qui. Si va allo zoo safari a 20 minuti di macchina, andremo all’acquario di genova a 2 ore di distanza, si andrà a Milano che c’è l’Expo e io e mio marito ci passiamo davanti ogni giorno andando al lavoro. Poi quando faranno le elementari spero si riuscirà a girare un po’ l’italia e magari dopo un po’ l’europa per fargli vedere quello che stanno studiando e per fare in modo che abbiano bei ricordi. Per l’adolescenza quando cominceranno a scalpitare per le prime vacanze da soli cercheremo di infilare un viaggione, che so in america, in modo che scelgano noi senza troppe storie. E poi arriverà il momento in cui andranno e lì spenderemo il budget vacanze per loro, per fargli fare le vacanze (studio anche se potremo, perchè no?) che meriteranno e io e mio marito… torneremo a fare qualche weekend super low cost, come quando eravamo in 2. Non perchè vorremo fare i fidanzatini, ma perchè i figli non ci vorranno venire e per far fare bei viaggi a loro non avremo i soldi per farli noi. E sarà bellissimo anche così. E se tornassi indietro davvero, farei anche il terzo! 😛
Bello, bello, bello Camilla.
Una stupenda testimonianza di quanto la vita cambi, ma non è detto che sia in negativo.
Grazie, davvero. <3
Che il momento giusto non arriverà mai è un dato di fatto. Noi ci siamo buttati, certo ci vuole una bella dose di incoscienza, ma se ne avete voglia entrambi e vi sentite pronti indipendentemente dal resto fatelo! Con la casa che ancora non c’era, la mia carriera in una fase di stallo e via… Tornassi indietro se potessi anticiperei, invece che uno a 31 e l’altro a 34 cercherei di averli prima per poterci infilare un terzo che invece per motivi organizzativi e di età ora non ci sarà più. Certo è un casino, con due lavori full time distanti da casa, il trasloco nella casa nuova con un neonato in braccio, i suoceri-nonni che ci danno una mano nel recupero post materna e nido quasi 80enni e grazie al cielo che ancora ci sono e stanno bene. I miei che vivono distanti e hanno problemi di salute quindi al week end a volte bisogna pure farsi le vasche e correre a dare una mano. La vita sociale certo che cambia, ora ha più impegni la nana 4enne di me! Ma prima dei 30 ho viaggiato tanto, sono andata a mille feste, mi sono divertita con gli amici prima e col marito poi, ora siamo nella fase bimbi piccoli e comunque ci divertiamo. In modo diverso ma ci divertiamo. Pic nic al parco, grigliate in giardino, colazioni al pub a 2 minuti da casa, biciclettate, pranzi per lo cambio regali al giro pizza con saletta gioco bimbi (mentre prima con amici e colleghi si facevano mille cene di natale in locali strafighi), vacanze al mare o in montagna che sembra di partire per 6 mesi da quanto è carica la macchina e invece sono solo 6 giorni… E penso che è inutile spendere tanto ora per viaggiare che loro non si ricorderanno niente, ora le vacanze per loro sono belle anche a 200km da casa solo perchè c’è il mare e una vita diversa da qui. Si va allo zoo safari a 20 minuti di macchina, andremo all’acquario di genova a 2 ore di distanza, si andrà a Milano che c’è l’Expo e io e mio marito ci passiamo davanti ogni giorno andando al lavoro. Poi quando faranno le elementari spero si riuscirà a girare un po’ l’italia e magari dopo un po’ l’europa per fargli vedere quello che stanno studiando e per fare in modo che abbiano bei ricordi. Per l’adolescenza quando cominceranno a scalpitare per le prime vacanze da soli cercheremo di infilare un viaggione, che so in america, in modo che scelgano noi senza troppe storie. E poi arriverà il momento in cui andranno e lì spenderemo il budget vacanze per loro, per fargli fare le vacanze (studio anche se potremo, perchè no?) che meriteranno e io e mio marito… torneremo a fare qualche weekend super low cost, come quando eravamo in 2. Non perchè vorremo fare i fidanzatini, ma perchè i figli non ci vorranno venire e per far fare bei viaggi a loro non avremo i soldi per farli noi. E sarà bellissimo anche così. E se tornassi indietro davvero, farei anche il terzo! 😛
Bello, bello, bello Camilla.
Una stupenda testimonianza di quanto la vita cambi, ma non è detto che sia in negativo.
Grazie, davvero. <3
I figli devono anche vivere la vita di oggi, devono andare a scuola e stare coi loro coetanei, devono avere la possibilità di crescere e sapersi muovere nella società moderna. Non puoi fare questo paragone dai… Mio suocero è nato nel periodo tra le due guerre e a 9 anni è dovuto andare a lavorare per aiutare mantenere le sorelle più piccole, ha finito la quinta elementare solo perchè abitavano in città e ci andavano tutti. Mia nonna è nata pochi anni prima di lui ed essendo la prima figlia ha smesso di andare a scuola a 9 anni, per lo stato è analfabeta, ha cresciuto da sola 7 bambini prima ancora di diventare maggiorenne mentre i genitori lavoravano i campi. Vogliamo davvero fare i paragoni con quell’epoca? Oggi se una coppia non arriva a fine mese in 2 già facendo sacrifici, come può pensare di fare un figlio che comunque dovrà mantenere? Il primo anno un bebè costa per forza! Anche se ti regalano tutto se poi devi dargli il latte artificiale che fai? E i pannolini? Gli metti le pezze di stoffa come 50 anni fa? Poi sono d’accordo con te, qualche coppia sicuramente sceglie di rimandare per godersi ancora un po’ la vita, ma finchè la scelta è loro… prima di mettere al mondo bimbi che poi parcheggiano ogni volta che possono per andare a divertirsi… meglio non farne o farli quando si è davvero pronti!
strane modalità di cancellare post altrui, ho postato indicando un libro scritto da una donna dal titolo MGM, visto che riscontrava molte delle mie esperienze ho desiderato condividerle con voi, non esiste una sola versione della realtà, in ciò che scrivi ci si possono ritrovare diverse persone ma non tutte, quindi perchè non ascoltare le opinioni altrui?
Oppure desideri o cerchi il 100% dei consensi?
Il motivo è molto semplice. A differenza di altri, i tuoi post sono offensivi verso le donne, sessisti e “fanculano” la comune intelligenza. Sì insomma fanno ribrezzo.
Nonostante tu qui ti senta libero di raccontarci come scopi (e paghi) le escort, minorenni, maggiorenni, mamme, nonne e come consideri orribili le donne, questo rimane il mio spazio, quindi se reputo che la tua opinione sia offensiva, la cancello.
Molte persone mi hanno scritto “lamentando” di te e poiché io condivido il loro parere, non sei più il benvenuto.
Stammi bene
Inoltre. Il fatto che abbia scelto di non moderare i commenti, (e quindi lasciare a tutti la più piena libertà di espressione), non autorizza le persone a scambiare questo spazio come il loro angolo di sfogo in cui “provocare” e “trollare” per puro divertimento o perché si ha poco da fare durante la giornata.
strane modalità di cancellare post altrui, ho postato indicando un libro scritto da una donna dal titolo MGM, visto che riscontrava molte delle mie esperienze ho desiderato condividerle con voi, non esiste una sola versione della realtà, in ciò che scrivi ci si possono ritrovare diverse persone ma non tutte, quindi perchè non ascoltare le opinioni altrui?
Oppure desideri o cerchi il 100% dei consensi?
Il motivo è molto semplice. A differenza di altri, i tuoi post sono offensivi verso le donne, sessisti e “fanculano” la comune intelligenza. Sì insomma fanno ribrezzo.
Nonostante tu qui ti senta libero di raccontarci come scopi (e paghi) le escort, minorenni, maggiorenni, mamme, nonne e come consideri orribili le donne, questo rimane il mio spazio, quindi se reputo che la tua opinione sia offensiva, la cancello.
Molte persone mi hanno scritto “lamentando” di te e poiché io condivido il loro parere, non sei più il benvenuto.
Stammi bene
Inoltre. Il fatto che abbia scelto di non moderare i commenti, (e quindi lasciare a tutti la più piena libertà di espressione), non autorizza le persone a scambiare questo spazio come il loro angolo di sfogo in cui “provocare” e “trollare” per puro divertimento o perché si ha poco da fare durante la giornata.
In teoria tutto giusto ma se fai un figlio con un lavoro precario non solo probabilmente perdi quello ma devi calcolare che difficilmente per un bel po di tempo ti assumeranno la famosa domanda è sposata ha figli o intende averne, e uno stipendio solo con un figlio e magari un mutuo non è uno scherzo. Insomma tutto bello ma talvolta non è davvero il momenti per farlo un figlio poi se arriva si può anche decidere di tenerlo comunque ma un altro conto è cercarlo. Poi è il.mio misero parere, è talmente personale come decisione…
Durante la guerra la speranza c’era è ora che manca ( cito un anziano.partigiano toscano che di guerra se ne intendeva)
…e se io sono pronta ma ho un fidanzato che non lo è? e abitiamo in due città diverse e nessuno dei due intende muoversi e quindi ancora non si convive? se entrambi possediamo una casa a nostro nome (lui piccola e col mutuo, io enorme ed ereditata con vincolo 20 anni)? e se io ho un lavoro a tempo indeterminato-sottopagato- e lui no? e se io ho 27 anni e lui 32 e ho una paura folle dell’orologio biologico? e se poi fra qualche anno ci lasciamo, io devo ricominciare tutto da capo, ma a 30 anni? e sperare di trovare un 35 enne che sia disposto a convivere e fare un figlio nel giro di 2 anni al massimo? io sono pronta, le condizioni almeno per me ci sono, ma mica posso farlo da sola… bisogna essere in due giusto?
Teoricamente bisogna essere due ma per personalissima esperienza di donna che ha re-iniziato tutto a 30 anni, rinunciando a uno status di moglie che piaceva tanto agli altri e molto meno a me, ti dico che ricominciare si può e a volte si deve! Perché stare in una relazione con tanti paletti e “e se?” come quelli di cui hai scritto tu può essere deleterio, credimi…e meglio aspettare qualche anno e mettere al mondo un figlio in una situazione di coppia più serena piuttosto che farlo solo perché “il tempo stringe”. Secondo me dobbiamo imparare a mettere un freno alle ansie su orologi biologici e perfezioni sentimentali, allentiamo un po’ la presa su noi stesse senza costrigerci a voler controllare tutto.
…e se io sono pronta ma ho un fidanzato che non lo è? e abitiamo in due città diverse e nessuno dei due intende muoversi e quindi ancora non si convive? se entrambi possediamo una casa a nostro nome (lui piccola e col mutuo, io enorme ed ereditata con vincolo 20 anni)? e se io ho un lavoro a tempo indeterminato-sottopagato- e lui no? e se io ho 27 anni e lui 32 e ho una paura folle dell’orologio biologico? e se poi fra qualche anno ci lasciamo, io devo ricominciare tutto da capo, ma a 30 anni? e sperare di trovare un 35 enne che sia disposto a convivere e fare un figlio nel giro di 2 anni al massimo? io sono pronta, le condizioni almeno per me ci sono, ma mica posso farlo da sola… bisogna essere in due giusto?
Teoricamente bisogna essere due ma per personalissima esperienza di donna che ha re-iniziato tutto a 30 anni, rinunciando a uno status di moglie che piaceva tanto agli altri e molto meno a me, ti dico che ricominciare si può e a volte si deve! Perché stare in una relazione con tanti paletti e “e se?” come quelli di cui hai scritto tu può essere deleterio, credimi…e meglio aspettare qualche anno e mettere al mondo un figlio in una situazione di coppia più serena piuttosto che farlo solo perché “il tempo stringe”. Secondo me dobbiamo imparare a mettere un freno alle ansie su orologi biologici e perfezioni sentimentali, allentiamo un po’ la presa su noi stesse senza costrigerci a voler controllare tutto.
Questa è la mia prima volta che rivolgo un mio pensiero.
è diventato ormai comune mettere una scaletta di pro e contrari nel programmare la nascita di un bambino.
Premetto sono genitore di tre figli e dico che loro sono la marcia in più che ti necessita per affrontare situazioni che magari senza loro chissà se li avresti affrontati con la stessa carica.
I figli sono una benedizione, ti danno amore, gioia e legano di più quel rapporto fra marito e moglie.
Loro non sono un impedimento, la carriera puoi giocartela con un errore i figli sono il tuo continuo; poi con quale potere ed autorità noi decidiamo se mettere al mondo o no? Dio aiuta non distrugge, quello che tu fai con amore Lui lo sostiene, non lo ostacola, ti fa fare cose che tu neanche immagineresti.
Fai e fallo nella fede è questo che bisogna mettere nella scaletta.
Ciao da Gaetano a presto.
A me i miei genitori hanno sempre detto che non era il momento giusto: siamo giovani (25 e 30 anni) la casa appena presa, l’apprendistato in un posto con un futuro incerto, gli extra non pagati, i possibili imprevisti, ecc… quando loro in fondo mi hanno avuta con 2 mutui sulle spalle e mia madre che ha dovuto smettere di lavorare. Erano altri tempi, è vero.
Alla fine ho lottato 9 mesi contro lo stress e le ovaie per avere un bambino che poi ho perso.
Mia cognata a 16 anni è incinta e sembra che lei abbai fatto bene a cogliere l’attimo: si fa ancora mantenere, non si ricorda nemmeno di prendere le sue pastiglie, non porta giù i cani e non dà loro da mangiare, non va più a scuola, è disoccupata come il suo fidanzato che ha deciso bene pure lui di farsi mantenere dai miei suoceri… e sembra che tutto questo sia normale, una gioia, una cosa di cui non si deve parlare e mettere in dubbio, che lei possa imparare in pochi mesi quella responsabilità che non ha sviluppato in 16 anni… e allora sì, siamo stati stupidi noi, sarebbe stato più semplice prima, senza preoccupazioni e stress che limitano la fertilità…
Farlo sì ma responsabilmente e coscientemente… non farlo tanto per far qualcosa. La soluzione giusta è sempre la via di mezzo.
A me i miei genitori hanno sempre detto che non era il momento giusto: siamo giovani (25 e 30 anni) la casa appena presa, l’apprendistato in un posto con un futuro incerto, gli extra non pagati, i possibili imprevisti, ecc… quando loro in fondo mi hanno avuta con 2 mutui sulle spalle e mia madre che ha dovuto smettere di lavorare. Erano altri tempi, è vero.
Alla fine ho lottato 9 mesi contro lo stress e le ovaie per avere un bambino che poi ho perso.
Mia cognata a 16 anni è incinta e sembra che lei abbai fatto bene a cogliere l’attimo: si fa ancora mantenere, non si ricorda nemmeno di prendere le sue pastiglie, non porta giù i cani e non dà loro da mangiare, non va più a scuola, è disoccupata come il suo fidanzato che ha deciso bene pure lui di farsi mantenere dai miei suoceri… e sembra che tutto questo sia normale, una gioia, una cosa di cui non si deve parlare e mettere in dubbio, che lei possa imparare in pochi mesi quella responsabilità che non ha sviluppato in 16 anni… e allora sì, siamo stati stupidi noi, sarebbe stato più semplice prima, senza preoccupazioni e stress che limitano la fertilità…
Farlo sì ma responsabilmente e coscientemente… non farlo tanto per far qualcosa. La soluzione giusta è sempre la via di mezzo.
Come non darti ragione… 🙁 Io (33) e la mia ragazza (32) ancora non viviamo nella stessa casa; io ho iniziato a lavorare a 26 anni (e per questo mi sento un privilegiato in questo paese!), lei ancora un lavoro fisso (non dico un contratto a tempo indeterminato, ma non viviamo nemmeno nella stessa nazione!) non ce l’ha, e come si fa a fare un figlio in queste condizioni?
E quando invece lei viveva in Germania (per citare un esempio toccato con mano) era pieno di coppie sui 24/25 (anche più giovani in realtà) con 2, 3 figli… 🙁
È il sistema, ad essere profondamente sbagliato.
Un sistema che non conta le necessità di un bambino piccolo, di una mamma e dell’economia di un nuovo nucleo familiare.
Come non darti ragione… 🙁 Io (33) e la mia ragazza (32) ancora non viviamo nella stessa casa; io ho iniziato a lavorare a 26 anni (e per questo mi sento un privilegiato in questo paese!), lei ancora un lavoro fisso (non dico un contratto a tempo indeterminato, ma non viviamo nemmeno nella stessa nazione!) non ce l’ha, e come si fa a fare un figlio in queste condizioni?
E quando invece lei viveva in Germania (per citare un esempio toccato con mano) era pieno di coppie sui 24/25 (anche più giovani in realtà) con 2, 3 figli… 🙁
È il sistema, ad essere profondamente sbagliato.
Un sistema che non conta le necessità di un bambino piccolo, di una mamma e dell’economia di un nuovo nucleo familiare.
Sono d’accordo. La mia esperienza: viviamo all’estero, io libera professionista con orari assurdi, senza maternità e con dipendenti da pagare sia che lavoro sia che non lavoro,lui che lavora 20 ore al giorno con contratto che scadeva qualche mese dopo, famiglie lontane, solo amici single o coppie senza figli, affitto a termine non rinnovabile… Dallanostra una certa maturità dovuta all’età ( 31 e 32 anni) e una consapevolezza: che lui è’ l’unico col quale avrei fatto un figlio. Perché? Non lo so.Io sono allergica al matrimonio e detesto il 90% dei bambini eppure sei mesi dopo averlo conosciuto mi sono licenziata e l’ho raggiunto all’estero, un anno dopo l’ho sposato e due anni dopo ero incinta, e ora ho un bimbo di venti mesi è un altro in arrivo per febbraio.semplicemente ho sentito subito, dal primo mese, che o sarebbe stato lui quello giusto oppure nessun altro. Ci siamo guardati una sera mentre discutevamo del nostro futuro incerto, e niente…due settimane dopo il test era positivo. Tutto si è’ aggiustato, tutto è’ andato molto molto meglio di come immaginavo. Lavoro ,casa ,gestione famigliare, viaggi, divertimento…tutto è’ cambiato è’ vero, ma in meglio. Non ho rinunciato a nulla: ho solo smesso di perdere tempo in cose inutili ed ho imparato ad esser più produttiva, io e mio marito siamo diventati una vera squadra, ho cambiato la mia prospettiva su molte cose… Ma nessun sacrificio, o almeno non l’ho vissuta così. Semplicemente da quando ho avuto il mio bebè tra le braccia, la vita ha incredibilmente cominciato ad avere un vero significato per me. Passare il sabato sera a dipingere con mio figlio è mio marito è’ la cosa più divertente che abbia mai fatto. Anche se adoro ancora uscire quando posso con le mie amiche( e con incredibile sforzo riesco a non parlare di mio figlio per tutta la sera perché ricordo quanto detestavo le mamme monotematiche quando non avevo figli). per me ( personale opinione) l’unica cosa che conta, il discrimine tra il si facciamo un bimbo è il no non è’ il momento, è’ il rapporto che stiamo vivendo. So che tutto potrebbe andare a rotoli, che potremmo lasciarci, ma so che anche in questo caso lui è’ e sarà sempre quello con cui valeva la pena.
Grazie per le tue bellissime parole Anna. Una boccata d’ossigeno
Grazie per le tue bellissime parole Anna. Una boccata d’ossigeno
Eppure i nostri nonni non avevano bisogno di chissà quali certezze per sposarsi e formare una famiglia. Forse perché il centro della loro vita era la famiglia stessa, non la carriera o il loro benessere. Credo che la scelta dei nonni sia ancora quella più saggia: del nostro lavoro non rimarrà nulla quando l’ avremo lasciato, la famiglia è l’unica struttura che ci accompagnerà fino alla fine e che magari ci sopravviverà e nella quale sopravviverà qualcosa di noi. Mi rendo conto che quando si ha l’età giusta per formare una famiglia non si pensa a queste cose, complice anche un sistema produttivo spietato, che ci isola e ci mette in testa falsi modelli.
Eppure i nostri nonni non avevano bisogno di chissà quali certezze per sposarsi e formare una famiglia. Forse perché il centro della loro vita era la famiglia stessa, non la carriera o il loro benessere. Credo che la scelta dei nonni sia ancora quella più saggia: del nostro lavoro non rimarrà nulla quando l’ avremo lasciato, la famiglia è l’unica struttura che ci accompagnerà fino alla fine e che magari ci sopravviverà e nella quale sopravviverà qualcosa di noi. Mi rendo conto che quando si ha l’età giusta per formare una famiglia non si pensa a queste cose, complice anche un sistema produttivo spietato, che ci isola e ci mette in testa falsi modelli.