La macchina di mia madre che si riempie all’inverosimile.
Materassi, vestiti, io tre pupazzi Solo tre che stai diventando grande, non ti puoi portare la stanza, ma a me quei giochi lasciati in città mi sembra di abbandonarli.

La protezione 50 e il bagno dopo 3 ore dal pranzo. Manco i piedi, che il blocco digestivo è in agguato.

La granita che la bevi forte e ti bruciano i denti e il cervello. Arancione fluo. Zuccherosa.

La bici con le rotelle. La bici senza rotelle. La bici da grandi. E la ruota della bici che si appoggia alla sabbia.
E mi sono fatta male! Ti sei fatta male bambina? No.

E il cornetto Algida che prima mangi la punta al cioccolato e poi succhi tutto e il cono si rompe e le nocciole finiscono sul naso, la panna sul pavimento, la mamma urla. Chissenfrega, senti che buona la punta. Ho speso 2000 lire per un centimetro di cioccolato.

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E poi la compagnia. Tutti maschi, tutti più grandi. Gioco con voi a nascondino. Sì ma conti tu che sei femmina. 
Mi nascondo con te. No che sei femmina. E sei lenta.
Vengo con voi. No che sei femmina e dobbiamo andare a donne. Ma siete piccoli! E che c’entra. Andiamo a donne lo stesso.
E allora la mamma chiama l’amica di città.

Soldi spesi in sala giochi.
L’anno dopo soldi spesi in costumi con le coppe, finalmente.
L’anno dopo soldi spesi per il rossetto rosso, il primo, Toglilo che sembri più grande, è questo il senso mamma.
Toglilo.
E allora ce lo mettiamo sulle scale. Tiè.
L’anno dopo soldi spesi in discoteca. Baci, mani, non dovrei farmi toccare, mica siamo fidanzati, smettila cretina hai visto che figo?
L’anno dopo conosciamo quei due carini con il motorino, senza casco, sfrecciamo a 50 all’ora che ci sembra di volare. Adesso gli metto la mano sulle spalle e vediamo che fa. Che vuoi che faccia sta guidando. Oh ma da che parte stai?

E il primo Sex on the beach, dolciastro e imbevibile, e il barista che mentre glielo ordino mi fa l’occhiolino. E io che arrossisco perché sono donna solo nel reggiseno. E abbasso lo sguardo e poi lo rialzo ma lui sta facendo l’occhiolino alla bionda alla mia destra.

E poi quello che corteggia, porta delle rose, mi invita fuori a cena – la prima – e poi ombrelloni di notte, sdraio bagnate, hai 19 anni pensa a 50 con la sciatica sta zitta e beccati il lettino bagnato, speriamo che non arrivi nessuno. Una torcia scappiamo. Ma uffa.

E i falò. E lo sappiamo che i falò sull’Adriatico mica si possono fare, ma pazienza lo facciamo e poi vediamo. Compriamo la vodka al melone sotto casa, Dio mi fa schifo bevila e non pensarci, c’è Lui con la chitarra, noi cantiamo, siamo stonati, che vuoi che ti dica, Le bionde trecce, Questo piccolo grande amore, Attenti al lupo auuuhhh.

E poi i bagni a mezzanotte, Dio ti prego fa che non ci siano squali, mi spoglio, non mi spoglio, ma sì mi spoglio, lui mi sfiora, ti prego continua, che freddo, saliamo, no.

E si torna alle 7, cazzo son proprio le 7.
– Fai piano che tua madre si sveglia.
-Sono le 7, mia madre a quest’ora sta bevendo il caffè, mi sgama sicuro.
-Allora che fai?
-Invento.

E settembre. Non ho studiato. Ho i debiti. Pazienza. Ho vissuto. Sei cretina, dice mia madre. Non hai fatto una cippa per tutta l’estate chissà che ti boccino, speriamo di no, voglio diventare grande, ho una certa fretta, c’è l’università, il mondo, mica posso rimanere un anno indietro.

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