Ci sono strade che sono dritte, che sai dove ti portano, che hanno un inizio e una fine e non viene proprio voglia di andare oltre, a vedere cosa ci sia, a sperare che oltre quel rettilineo solito, esista di più.
Tutto è sotto agli occhi, ogni albero, lampione e sasso.

Poi ci sono le altre. Quelle che sanno un po’ di burrone, un po’ di paura, un po’ di precipizio, che a perdere aderenza è un attimo. Magari sono belle lineari e poi la vedi, la curva stronza, a gomito, le ruote che fanno quel rumore strano, i freni che urlano.
Sono gli asfalti da cui devi sopravvivere e forse quelli in cui preferisci morire, perché te lo immagini un necrologio che recita: Morì su una strada dritta, senza manco una gocciolina d’olio?
Non si può, dai.

Per me, le mie strade dritte sono sempre stati i sogni coltivati da adulta, facili da realizzare, anche un po’ bislacchi. Perché in me ho sempre creduto un casino.
Un lavoro figo, magari oltreoceano, una casa piena di amici, passioni da coltivare, pagine da scrivere, racconti da ascoltare.
Mi immaginavo su un tacco 10, strizzata in una giacca elegante, magari un tailleur, con i capelli raccolti e lo sguardo fiero.
Non mi spaventava cambiare città, cambiare vita, amici, numeri di telefono. Anzi, era per me normalità. Strada diritta appunto.

Le curve a gomito erano gli uomini. Che mi riempivano il cuore di adrenalina e di domande alle quali non potevo dare una risposta.
Mi chiama, non mi chiama, se lo chiamo io sono una stalker, e se mi scopa e poi sparisce, e se mi scopa e poi s’innamora e a me fottosega? E se mi inganna? E se mi scrive, gli rispondo subito? Cazzo e se non mi scrive? E se le tipe se le limona tutte e magari solo io ho sentito nello stomaco farfalle impazzite?
Questa era la mia adrenalina. La conquista. La seduzione, che mi ha sempre obbligata a tirar fuori il meglio di me. Un rossetto messo bene, i miei argomenti migliori.
E la curiosità. Avrei potuto vivere di pane e curiosità e null’altro.

Poi un giorno, non si sa bene come, né perché, mi sono innamorata. Cioè il perché lo so benissimo, lui era irrinunciabile, e il come è facile dirlo. Mi ha spiazzata. Mi ha trovata in un momento in cui avevo le difese abbassate, io, che ho sempre eretto muri alti mille pietre per tenere lontano l’amore e le mutande quasi abbassate, perché nella vita non si sa mai.
Il punto è che anche lui si è innamorato di me. Ed io, abituata ai drammi, ai telefoni che non squillavano, a messaggi persi nei meandri dei cellulari, ho dovuto arrendermi.

E quella strada che era sempre strada pericolosa, in un attimo è divenuta strada felice.
E la strada che prima era sicura, all’improvviso si è mutata in strada insicura.
Perché in un attimo, nella mia esistenza, non potevano coesistere un fidanzato e un lavoro oltreoceano.
I tacchi 10 si sono trasformati in ciabatte da doccia condivise e i piani di coinquiline fin che morte non ci separi, sono stati sostituiti da una casetta con doppia camera da letto perché Ora è ancora presto, poi vedremo.

E allora sono impazzita.
Ho smesso di vedere amore, solo catene.
Ho smesso di guardare quelle ciabatte condivise, sognando scarpe da cubista che mai avrei (fortunatamente),indossato.

Poi ho capito che stavo per sabotare una storia bellissima per piani che avrebbero potuto essere. Ma che attualmente non erano.

Allora ho respirato.
Ho mantenuto la concezione che i compromessi non siano cosa adatta a me, ma ho rivalutato le priorità.
E soprattutto mi sono ricordata quali erano i miei sogni di bambina, prima dell’università, dell’affitto da pagare, della promiscuità sessuale. E io, a 8 anni, volevo una famiglia, un uomo che guardandomi vedesse occhi meravigliosi, una casa affollata, sia da amici che da voci infantili.
E allora ho compreso che la caccia farà sempre parte di me, come l’idea di uscire alle 8 del mattino e giocare alla donna in carriera, cinica, distaccata, ma che il mio cuore rimarrà sempre legato alle mie amiche e a un uomo che si prenda cura di me, nonostante il carattere di merda, gli sbalzi umorali, l’ingordigia per la vita.

Ho dovuto far pace con il mio volere di bambina e quello di adulta terrorizzata che un uomo potesse piacermi davvero, perché è facile baciare degli sconosciuti, il difficile è accoglierli nella propria dimora.
E soprattutto ho dovuto ripetermi all’infinito, Stai calma, che andrà tutto bene. Se ti innamori, pazienza.

Ed è andato davvero, tutto bene.

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