“Senti ti amo”
“Anch’io ti amo”
“No, ma nel senso che ti amo proprio. Tu migliori le mie giornate. Mi fai venire voglia di amare i tuoi difetti, e credimi, sono tantissimi. Sei la prima persona che voglio toccare al mattino e l’ultima a cui voglio dire Ciao alla sera. Io non so se fossi felice prima di incontrare me, ma non riesco a concepire come facessi a essere felice io, prima di incontrare te. Insieme siamo una squadra fantastica. Voglio tre bambini, un cane e un divano in pelle. E te. È questa la mia equazione della felicità. Quindi. Sposami”
“Certo che ti sposo. Per quanto?”
“Considerato che la tua famiglia è fastidiosa al limite del sopportabile, che io sono un bevitore incallito e tu non lo sopporti e che non riusciamo a trovare una soluzione per dividerci le pulizie settimanali, io direi 3 anni. Che ne dici?”
“3 Anni sono perfetti!”

Ecco. Se vivessimo nel paese delle fiabe dove le leggi fossero nelle mani dei cittadini, io vorrei esattamente una cosa così. Un matrimonio a scadenza breve. Con possibilità di rinnovo.
In tutti i lavori che ho fatto in questi ultimi 5 anni funzionava nel medesimo modo. Conoscenze? Competenze? Capacità? Lingue conosciute? Come se la cava con i progetti in team? Va bene signorina, le facciamo un contratto a tempo determinato per sei mesi. Poi vediamo. 

Partiamo dal presupposto che il Per sempre è la più bella promessa che si possa fare.
Io stessa ne sono una grandissima fan. Ma ho dovuto rendermi conto che Amarsi per tutta la vita assomigli molto a una minaccia.
Mi piacerebbe tanto che il mio amore non marcisse come l’avocado quando lo lasci 24 ore fuori dal frigo.
Sogno che i sentimenti si mantengano immutati nel tempo, che aumentino giorno dopo giorno davanti ad una quotidianità entusiasmante, fatta di viaggi, passione che non si trasformi con gli anni, mutande sgualcite e orgasmi sul tavolo della cucina, affinità elettive incredibili, gesti di affetto perenni. Come vorrei avere un uomo che sia felice di passare ogni istante libero con me, per tutta la vita, nonostante il mutuo, le bollette, i figli scatenati, i vicini cagacazzi, il lavoro che non decolla.
Lo vorrei davvero.
Ma attorno a me vedo avvocati, divorzi, mamme che non fanno vedere i figli ai padri, abitazioni cointestate vendute per andare ognunoacasapropria. Non so cosa distrugga due persone che si sono amate. Non capisco cosa le incattivisca a tal punto da arrivare ad odiarsi. Lo scoprirò, probabilmente, un giorno. sposi-a-100-anni1Per questo vorrei un matrimonio rinnovabile. Con una cerimonia, fiori, vestito e le buone intenzioni. Si decide il tempo in cui realtà e sogno possano convivere pacificamente, prima che l’una distrugga le illusioni dell’altro. E se va bene si rinnova il patto. Ci si sposa ancora. Per un po’. E si va avanti così.
Ogni volta una promessa d’amore.
Ogni volta una promessa mantenuta.
Che bello sarebbe giurare alla persona che hai davanti che amerai solo lei per cinque anni. 
Ma solo lei davvero. 
Che per cinque semplici anni cercherai di darle il meglio di te. Che la rispetterai. Che vi prenderete cura l’uno dell’altra. E poi si vedrà. 
Senza avvocati nel caso che si decidesse che cinque anni sono stati più che sufficienti.
Senza cause legali che portano solo dolore aggiunto, rabbia e avvilimento.
Se ci sono bambini si stabilisce la quota del loro (sacrosanto) mantenimento e nienteppiù.
Ci si stringe la mano. “E’ stato bello essere stata sposata con te”
“Anche per me”.
Tutta la nostra esistenza è basata sul Non sappiamo, capiremo poi. E perché allora una delle istituzioni più vecchie del mondo, deve convincerci ad amare quell’uomo là, per sempre e se ti azzardi a cambiare idea saranno cazzi?
Che carico di frustrazione e disillusione devono accettare due persone che per lo stato (per non parlare della chiesa) hanno fallito? Che poi, fallito cosa?
L’amore a volte passa, a volta si trasforma, altre cresce.
Come possiamo creare un rito che vada bene per tutti? Io ti amerò.
Vorrei amarti per sempre.
Ma non ne sono sicura. Quindi amami
Poi decideremo.
D’altra parte tra 10 anni potrei non amare più la Nutella, chi mi dice che amerò ancora te?
Secondo me c’è molta più poesia nell’onestà che nell’illusione.