Egregio uomo ideale,

non ci conosciamo personalmente. Sicuramente mi sarai passato accanto decine di volte, in questi anni.

Ma riconoscersi è la parte più difficile ed io ho fatto veramente molta fatica.

Credevo che fossi tu, proprio tu, il bello della scuola, quello con il ciuffo all’indietro e il giubbotto di pelle, sguardo fiero, miriadi di ninfette sbavanti al seguito, faccia arrogante, sorriso pretenzioso.

Credevo fossi tu, proprio tu, quello che all’Università non richiamava mai. Mi avevano detto che gli amori più belli sono quelli più complicati ed io mi ero lasciata affascinare da una storia che non comprendeva mai l’Happy Ending. Lo fissavo, quel telefono grande e lo gettavo sul divano, quando il bastardo si ostinava a non suonare. E le bugie. Credevo alle bugie perché quelle mi avevi dato, le stesse che diventano presto la droga con cui alimentarsi.
Senza le bugie, nascerebbe il tragico dubbio di amare a senso unico e non si può amare a senso unico a vent’anni. Non si può amare a senso unico mai.

Credevo fossi tu, proprio tu, quello che dipingeva il mio corpo e la mia anima con i colori della passione, su un tavolo in cucina che un po’ fungeva da libreria, un po’ da sala mensa, un po’ da appoggio per gli amanti entusiasti. Tra le tue braccia di uomo vissuto, credevo fossi proprio tu, perché le mie amiche più grandi dicevano che l’amore nasce dalla fusione di due corpi. Dall’esaltazione dello spirito, dall’aumentare del respiro.

tumblr_n5m44zHKcG1s3d01wo1_500Poi ad un certo punto mi sono stufata, perché le romantiche fanno così. Ci credono e sperano e sognano e poi prendono i loro poemi d’amore e li buttano nel cesso, attente ad aver tirato bene lo sciacquone. Non li fanno riemergere, sicure che ormai la tenerezza sia la loro parte più bella, e che come tale, non possa essere mostrata a tutti, ma celata in quel piccolo pezzo di anima destinata un giorno a qualcuno che non elemosini in tenerezze e attenzioni, ma che le abbracci con la sua presenza, che non le scopi e basta, ma che ci sia anche e soprattutto il giorno dopo.

Ognuna ha la propria concezione dell’uomo ideale. Che di solito è un miscuglio disordinato di sogni e di esperienza, perché ad allontanarli, questi sogni maledetti, fa proprio tristezza.

Con i trent’anni che si avvicinano, posso dire una cosa. Che l’uomo ideale non esiste, almeno non come lo consideriamo noi.
E grazie al cazzo, mi direte voi, c’era bisogno di farci un post?

Absolutely yes.

Perché il fatto che non esista un Principe Azzurro, non significa che siano estinti i maschi con le caratteristiche che noi vogliamo. Ci dicono che non troveremo mai una persona che rispecchi i nostri canoni e poi si affrettano a consigliarci Di non accontentarci.

Che cazzata.

Secondo me è assolutamente indispensabile la Regola delle 5 V. 

La Regola delle 5 V. nacque una sera di maggio di qualche anno fa, quando decisi di inventarmela scoraggiata dal branco di dementi che non solo affollavano la mia vita, ma erano stati da me incoraggiati a mettere radici, e fu replicata per la prima volta nel settembre 2014 con la mia amica E. distrutta dall’ennesimo amore naufragato.
Una catastrofe, l’umore di quella sera di settembre. E così, un po’ per gioco e un po’ per solidarietà, le raccontai il protocollo standard per scegliere l’uomo ideale, la regola, appunto delle 5 V., ovvero le 5 caratteristiche da pretendere nell’uomo futuro.
Se avesse conosciuto un tizio che le avesse possedute tutte meno una, sarebbe stato scartato all’istante. Inflessibili, bisognava essere.

V. come Voglio, e non come Vorrei o Venghino signori Venghino. Voglio. Cazzo.
E. mise su carta quelle qualità fondamentali per la caccia all’uomo ideale.
Cinque, perché
10= Mission Impossibile, starai da sola, cagacazzi.
3= Accontentati pure del primo che passa, sfigata.
Quando le formulai io, chiesi: Cervello – che sia uno con cui possa discutere, arrabbiarmi, ma anche sognare. Voglio che sia talmente aperto di mente da voler imparare da me e così sensibile da farmi imparare da lui -, Simpatia – voglio ridere cazzo! E voglio che lui rida anche di se stesso -, Costanza – deve corteggiarmi e farmi sentire importante, perché io ho bisogno di un sacco di cure -, Indipendenza – che viva da solo o che abbia vissuto da solo, che non sia troppo attaccato alla mamma e che ami viaggiare – e Carattere – deve tenermi testa, sono una spina nel fianco, ma non deve sentirsi intimorito dalla mia personalità -.

Insomma, se ce l’ho fatta io, c’è speranza per tutte.

Quindi.
Egregio uomo ideale,
noi non ci conosciamo personalmente e mai ci conosceremo.
E sai che c’è? Che non me ne importa nulla, perché le 5 V. tu non ce le hai. Tié.
MaryG.

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