Io, la pesante bandiera dell’indipendenza, la sventolo sempre. Con orgoglio.
E non la tiro fuori solo in sporadiche occasioni.
La mia bandiera riposa in camera da letto, tra i preservativi e i numeri arretrati di Vanity Fair.
Lì, a ricordarmi che devo pensare io alla protezione del mio utero, ma posso mantenere quell’appeal da femmina media che legge l’oroscopo e i consigli per non appannare la routine sessuale con il proprio partner.
Riposa di notte, la mia bandiera guerriera ed esce di casa con me.
La sventolo quando guido, quando faccio benzina da sola, quando pago le bollette, quando faccio la spesa, e poi il bucato, stiro, porto fuori i cani, la spazzatura, uccido ragni, appendo quadri, apro i barattoli di marmellata senza chiedere aiuto, vomito senza qualcuno che mi tenga la testa, metto in ordine e trovo pure il tempo di struccarmi e se va bene, fare un pompino (su quest’ultimo punto ho delle riserve).
Ho lottato e costruito, per ogni cosa. Per ogni diritto. Per ogni compromesso. Per ogni affermazione a testa alta.
Ho un fidanzato che vive con me per il piacere comune di essere in compagnia dell’altro, per costruire qualcosa di allettante, per scaldarci di notte.
Eppure però, mi capita di guardarlo, e chiedermi come sia in grado di affrontare tutto questo.
Una donna emancipata, che ha una casa, delle amiche di cui prendersi cura, degli interessi, una moltitudine di ex piselli occasionali e una carriera che per forza deve decollare.
Che però chiede attenzioni.
Che però vorrebbe ancora, dopo 3 anni e rotti, essere corteggiata.
Che però vorrebbe un sacco di cose. Mai in ordine. Mai le stesse. Mai uguali.
Perché diciamocelo.
Sta bandiera dell’indipendenza che tanto decantiamo, alla lunga rompe un attimo le palle.
A me e soprattutto alle mie amiche single.
Perché tutta sta evoluzione, ci ha portate al pericoloso desiderio di volere di più. Di non accontentarci di uno, solo perché ha un pene.
Certo, è positivo, siamo selettive, pensiamo a noi stesse. Vogliamo uomini che ci tengano testa. Che ci accompagnino, meglio se tenendoci la mano. Che rispettino la nostra libertà e che capiscano al volo quando è ora di restare e quando di andarsene.
Abbiamo miti moderni che non rappresentano più la sperduta e disperata Arianna che viene salvata da Dioniso.
Noi siamo Samantha Jones e scegliamo in totale autonomia chi salvare e con chi passare la notte.
Noi siamo Samantha Jones e scegliamo in totale autonomia chi salvare e con chi passare la notte.
Usciamo di casa perché ci va bene così. Non aspettiamo un maschio e un matrimonio per farlo.
Sperimentiamo. Impariamo. Tocchiamo con curiosità. Diventiamo esperte di tutto. Se ci mancano delle mani sul nostro corpo, facciamo una telefonata. Abbiamo i piaceri a portata di smartphone.
E chiediamo agli uomini che incontriamo, di essere supereroi.
Perché la nostra natura mica è cambiata.
Vogliamo essere accudite, ma con rispetto dei nostri spazi.
Coccolate, ma non essere soffocate.
Comprese, senza etichetta.
Pretendiamo chiarezza, ma il gioco ci fa eccitare da impazzire.
Vogliamo essere corteggiate, pretendendo di capire all’istante le intenzioni dell’altro. Perché abbiamo poco tempo e tanta scelta.
La verità è che siamo consapevoli che alcune emozioni non le proveremo mai. E questo ci dispiace tantissimo.
Non ci abbandoneremo a pianti di felicità, non permetteremo a nessuno di vederci tremare, non ci sentiremo mai libere di esprimere un’emozione forte, per non finire nel calderone delle isteriche in pre-mestruo. Tutte le nostre sensazioni, le rinchiuderemo in quell’angolo di pancia che ogni tanto vibra e puntualmente viene ignorato.
Dobbiamo essere forti cazzo.
Ma a che prezzo.
minchia che grande sei
Spero abbastanza.
Bacio e grazie
non una virgola fuori posto….una chiave di lettura perfetta…con l’augurio di non dover pagare troppo caro il silenzio della “pancia”
si capisco ma mi fa tristezza, sarà perche non sono una FEMMINA.
Oggigiorno non c’è più la distinzione fra la donna emancipata e quella non emancipata. Sono tutte educate all’emancipazione. E non dal femminismo, ma dalla democrazia e dal capitalismo.
Fino alla fine dell’800 le cose non stavano così. “Emancipata” era sinonimo di malriuscita, incapace di concepire e per questo motivo con la voglia di sovvertire. All’epoca lo “stile” dell’emancipata era lo stile della degenerata.
Ma certe caratteristiche degli stili vengono tramandate inesorabilmente.
O tutto o niente. Non c’è più tempo per le cazzate, per le cose a metà, raffazzonate…Se siamo salde, dobbiamo continuare a restarlo, e se lo siamo, è perché la vita ci ha portate sin qui, questa emancipazione non l’abbiamo costruita da ieri ad oggi, alle volte non l’abbiamo neanche richiesta! ne tanto meno combattuta. Il punto è che ci siamo, e non si può alla lunga continuare a far finta che non sia mai successo niente. Non abbiamo da chi dipendere, e a questo punto, non ci affanniamo a cercarne, non è la nostra priorità, non può esserlo dato che siamo troppo impegnate a farcela, a vivere.
Perfettamente perfetto…..
Aggiungerei…..:
A volte è bello anche essere quella debole…. che può essere accudita aiutata e sostenuta e che non è responsabile di nulla perché ci pensa “lui”. …. solo ogni tanto però. …. gli uomini invece non si sono ancora emancipati completamente vogliono una donna forte che riesce a fare tutto….. ma non libera! 🙁
Credo che la tua realtà sia vera e terribile. <3
Brava! Mi sei proprio piaciuta!
Grazie Elisa!
Non sono completamente d’accordo. Si può anche piangere, tremare, farsi vedere vulnerabili, chiedere romanticismo, nonostante poi manteniamo e portiamo avanti una famiglia da sole e le mensole in casa le abbiamo messe noi. Io lo faccio.
Certo che si può e se tu ci riesci, è bellissimo.
Il 95% delle donne che leggerà questo articolo non ci capirà un cazzo di nulla eppure lo condividerà come se fosse carta di Bibbia, e la colpa sarà anche tua! Per questo probabilmente ti amo
E secondo te perché? Ovvero che senso ha non capirlo e condividerlo? Ciao!